lunedì 10 maggio 2010

Il genio del sol levante come alternativa al bikini

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La svolta è arrivata. Inaspettata, definitiva, provvidenziale.
Nei giorni scorsi abbiamo parlato della squallida orripilanza della prova costume e abbiamo accettato il fatto che nessuna marca, nessun centro commerciale o intima boutique di quartiere, potrà mai garantire l'incolumità del nostro sistema nervoso, sia esso periferico o centrale, davanti alla tragica evidenza dello sblusamento delle carni.
La nostra razza, vale a dire quella della donna comune inevitabilmente scossa dal passare dei lustri e dall'incombere del trigliceride e del grasso saturo, sembrava inevitabilmente incamminata sul viale di un novello muro del pianto, ricoperto da foto di modelle sedicenni con massa grassa tendente ai numeri negativi e turbochiappe tostissime.
Invece no.
Pensate, a salvarci è stato un uomo. Orientale peraltro.
Questo signore, che si chiama Liu Bolin e che presto proporremo come candidato al Nobel per la pace, ha fatto ciò che noi tutte da tempo avremmo dovuto non solo escogitare ma mettere immediatamente in opera.
Egli ha pensato semplicemente che fosse di gran lunga meglio nascondersi piuttosto che palesarsi in assenza di serena accettazione. Ha dunque affinato la sublime arte del mimetismo e ne ha fatto un'eccelsa espressione artistica, donandoci infine la soluzione che sempre avevamo agognato.

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Ora non ci resta che seguire alla lettera i suoi insegnamenti e apprendere, prima che sia troppo tardi.
Io in casa ho già fatto i primi esperimenti e dopo non poche difficoltà, grazie anche al prezioso aiuto di Cesare l'imbianchino, sono riuscita a trasformarmi in una borsa frigo appoggiata sotto all'ombrellone. Sono bastate tre mani di vernice celeste, otto metri di stoffa, un manico di borsetta e un vecchio ombrello di Plinio. Il risultato è stato prodigioso. Ora posso recarmi al mare a Torvaianica senza sentirmi osservata e con estrema tranquillità. Pensate che grazie alla pittura con schermo solare mi potrò persino abbronzare.
La mia vicina di casa Mariona invece, si è travestita da pattìno. Ha solo paura che qualcuno possa spingerla al largo perchè non sa nuotare. Jolanda Sue Ellen, la mia figliola, che di costituzione è un po' robusta e di naso è un pizzico abbondante, sta cercando il materiale per vestirsi da boa. Lei adora nuotare, solo che non ama riemergere col suo costume intero, perchè l'ultima volta che è riaffiorata sul bagnasciuga di Ostia le hanno detto che sembrava la balena dopo che si era magnata Pinocchio.
Quello che consiglio a tutte è di studiare le opere di questo buon uomo e di procurarsi un ottimo libro sull'arte del bricolage. La soluzione è vicina amiche mie e vedrete che, affinando al meglio questa fantastica disciplina, ci toglieremo tante soddisfazioni e, perchè no, riusciremo a trasformare in innocui gazebi anche i nostri morbidissimi compagni.