lunedì 17 maggio 2010

Sexy shops per matrimoni diversamente abili

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Diciamoci la verità, la vita sessuale fra Plinio e me non è che vada proprio alla grande.
Diciamo anche che si è interrotta verso gli anni ottanta e si è ringalluzzita qualche volta in occasione di alcune vittorie della Roma, che per Plinio funzionano meglio dei film di Moana Pozzi e per me peggio di "Protestantesimo".
L'altra sera, mentre ci impegnavamo nell'unico corpo a corpo consentito dal nostro ardore di coppia, ovvero la lotta per il possesso del telecomando di Sky, sul nostro teleschermo si è palesato un programma per matrimoni diversamente abili.
L'insegnante, una bella chiappona con la faccia da precaria di via Salaria, insegnava teoria e pratica di comportamenti e posizioni da assumere, anche se alla fine l'unica cosa che veramente sembrava funzionare, persino a detta sua, era l'acquisto e il conseguente uso di giochini e accessori erotici.
All'inizio Plinio ed io abbiamo riso tanto, poi abbiamo riso meno, alla fine, dopo qualche giorno, ci siamo detti che forse sarebbe valsa la pena tentare. Sabato scorso abbiamo preso le pagine gialle e, dopo parecchi dubbi, abbiamo sciolto ogni riserva.
La boutique " Intimo capriccio " di Ciaffaroli Loredana, sia per la vicinanza che per la discrezione del nome, ci è sembrata la scelta più adeguata.
"Intimo capriccio" si trova in zona Tor Pagnotta ed è un negozio tutto rosso con le vetrine nere. Sulla porta c'è una maniglia di pelle a forma di bocca, coperta di pelo di non voglio sapere cosa. Una volta entrati ci siamo trovati davanti ad un bancone dove una signorina, forse la Ciaffaroli stessa, ci ha guardati come se fossimo entrati in una merceria a comprare le toppe per i jeans. Plinio faceva l'uomo di mondo, ma intanto per l'occasione aveva indossato una specie di colbacco marrone e un orrendo maglione a collo alto da nomade. Oltretutto con i suoi imbarazzanti occhiali a mascherina, vinti con i punti della Esso, lasciava scoperto solo il minimo indispensabile per respirare. La gentile signorina allora ci ha chiesto se avevamo bisogno di aiuto, ma noi abbiamo risposto che grazie facevamo da soli.Tutta la zona destra della boutique ospitava una fittissima esposizione di peni, che io ho guardato con una fittissima espressione di pena. Nessuno di quegli aggeggi infatti sembrava riprodurre quello di Plinio ipoteticamente eretto. Neanche quello di un portachiavi omaggio.
Ce ne erano di bianchi, di neri e di gialli. Metallizzati e non. Small ( mio marito al cubo), medium ( mio marito al buio ), large ( splendida utopia ), Extra large (per difesa personale). Pensate che c'erano pure quelli motorizzati che tu non devi fare niente. Basta una batteria e un po' di fantasia, Plinio chiaramente era interessatissimo. A proposito di Plinio, ad un certo punto l'ho perso di vista. Si era mummificato nella sala video.
Stava assistendo alla proiezione di " Un trans chiamato Desiderio". Il film parlava della riscoperta di identità sessuale attraverso performances ai confini della realtà.
Il problema era che nei panni di Desiderio, il povero protagonista, Plinio aveva riconosciuto Alvaro, il marito di Gina la sarta.
" Oh mamma mia, oh mamma santa, oh signore, oddioddioooo, oh madonnina…" gridava il poverello in preda allo choc dopo aver visto il suo compagno di tresette alle prese con un omone di colore (negrone) che dalla vita in giù si elevava al quadrato.
Ho preso sottobraccio il povero Plinio ancora in stato di choc e l'ho condotto nel reparto " Bondage", così c'era scritto. C'erano attrezzi di pelle di tutti i generi, fruste, catene, mazzarocche, maschere, orpelli e persino un inginocchiatoio borchiato in pelle di vacchetta, che raffinatezza. La commessa ci ha spiegato che quel reparto era per le persone che amano legarsi e farsi male. Io a volte adorerei corcare di botte Plinio, ma non vorrei mai vederlo vestito di pelle come un rotolo di coppa essiccato al sole. Comunque ad un certo punto abbiamo pensato di acquistare un video. Allora abbiamo visto i trailers di " Sette ani in Tibet ", storia di un amore ai confini del mondo. Poi abbiamo visto " Il glande freddo ", disturbi della crescita al polo nord. Plinio però voleva a tutto i costi " Manola la mano che ti consola"
quindi alla fine, dopo l'ennesimo battibecco, abbiamo scelto " La caricano in 101", che almeno è d'avventura. Dopo la scelta del film, la gentile signorina si è offerta di consigliarci alcuni " accessori".
Plinio ha subito chiesto se c'era qualche aggeggio da azionare a distanza. Secondo me pensava di usarlo durante il posticipo delle partite.
Io allora ho domandato se c'era disponibilità di attrezzi autosoddisfacenti, perchè se telecomando doveva essere, almeno me lo gestivo io.
Mi è stato mostrato una specie di grappolo di palline di metallo che secondo la commessa mi sarei dovuta infilare dove so io per poi dondolarmi. L'ho fulminata con un'occhiata. Allora mi ha proposto una specie di frullatore a immersione che secondo lei avrei dovuto indossare sotto alle mutande.
Le ho consigliato di immaginare la sottoscritta che si reca al mercato con addosso le palline, mentre il frullatore nelle mutande la shakera allegramente.
Lei è stata molto gentile e ha sorriso, ma si è chiaramente visto che, pur essendo assai scafata, ha avuto un leggero conato.
A Plinio invece ha offerto la simpatica testa decapitata di una signorina di plastica. La tipa in questione aveva la bocca spalancata in un'espressione simil stupefatta.
In realtà non ci voleva un genio per capire che la signorina era pronta ad accogliere nella sua oralità l'intimità di coloro che ne avessero avuto voglia. Allora ho suggerito a Plinio di sfruttarne la narice e lui, dopo avermi fatto uno sguardo molto brutto, mi ha risposto che non ce l'avrebbe mai fatta perchè la scatola della capoccia era bianca e azzurra, e lui con quelle della Lazio non ce la fa proprio, piuttosto va con Alvaro - Desiderio che almeno c'ha la tessera della curva sud.
Alla fine comunque non abbiamo fatto grandi acquisti. Io ho comprato un lucida labbra, ma poi ho scoperto che non lucidava le labbra che pensavo.
Plinio ha scelto il perizoma di Totti ed io non ho avuto nulla da obiettare perchè nel caso un giorno scegliessi di separarmi da lui, mi basterebbe produrre quell'unico reperto e persino la Sacra Rota mi farebbe l'applauso.
Il mio valoroso consorte, pensate, ha comprato anche un pacco di pasta di grano duro a forma di tette, che dice che alla gricia so' tanto buone perchè trattengono il sughetto.
Io allora ho preso mezzo chilo di cazzi, scusate il termine, ma di questi tempi, pure olio e parmigiano.