lunedì 12 aprile 2010

Monsignor Babini, l'alcol e il Narghilè della colombiana

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L'altro giorno a Grosseto si è tenuta la sagra del "Rattaculo", che sarebbe una specie di ortica.
Alla sagra del rattaculo c'erano stand gastronomici ed ogni sorta di divertimento per grandi e piccini.
A mio marito Plinio per esempio è piaciuto il gruppo musicale " Katiuscia e i bemolli", ma soprattutto gli è piaciuta Katiuscia, pure senza i bemolli.
Katiuscia era la classica donna nana tutta tana. Avrà avuto almeno settantaquattro anni e trenta chili di tette. Sarà stata alta circa un metro e cinquanta, con un girovita da frigo americano e una parrucca color somaro. Ciò nonostante, Plinio ha sostenuto per tutto il tempo che aveva un bel personalino.
Vi racconto di questa bella festicciola perchè ad un certo punto è arrivato il vescovo per le benedizioni di rito.
Il vescovo era Monsignor Babini, uomo santo e di grande spessore morale.
Purtroppo qualche parrocchiano molto spiritoso lo aveva trattenuto un po' a lungo allo stand del " Gioiosetto", che è un vino frizzantino, con una gradazione alcolica leggermente sopra la media e, non contento, dopo averlo fatto inciuccare come un hooligan, gli ha fatto fumare il famoso rattacunarghilè, un atroce composto di ortica e cannabis selvatico, cresciuto e pasciuto nell'agriturismo di Elide la colombiana.
Il povero Babini, ligio comunque alla missione pastorale e fedele agli impegni presi, ha comunque arringato la folla.
Ha detto che Hitler dentro era un buono e collezionava Hello Kitty, che gli ebrei in fondo sono sempre stati un po' rompicoglioni, che i pedofili sono come i " Pokemon", brutti e non esistono, e che gli omosessuali sono disordinati e non mettono mai a posto.
Ma possibile che prendiate alla lettera le dichiarazioni di un uomo in evidente stato narcoconfusionale?
Pensate che persino Plinio, da ubriachissimo, ha gridato " Forza Lazio"!
Come può un povero prete, certamente non avvezzo ad alcol ed ad altri stravizi, non straparlare e non delirare sotto il loro diabolico influsso?
I giornali affamati di scandali hanno fatto il resto. Ed ecco qui il pasticcio.
Ora il povero monsignor Babini ha due problemi, il primo derivante dal fatto che tutto il mondo cattolico e non, ma soprattutto non, lo sta infangando, il secondo derivante dal fatto che non riesce ad uscire da questo specie di coma etilstupefacente, tanto che è stato visto in piazza a Grosseto che ballava la lambada con suor Ugona, la monaca baffona.
Il terzo problema ce l'ha Elide la colombiana, perchè da quando Babini ha assaggiato il suo narghilè, sta attaccato come una ventosa al suo citofono.

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